Hai smesso di allenarti in estate? Ecco cosa succede al tuo corpo

Capita a molti di smettere di allenarsi in estate: le conseguenze si vedono in breve tempo sia sul fisico sia sulla motivazione. Ma ci sono alcune soluzioni
Un impegno improvviso, un malanno passeggero, un contrattempo, il maltempo: sono tanti i motivi che, nel corso dell’anno, possono portarci a saltare una sessione di allenamento. Capita a tutti e non è grave. Ma cosa succede invece quando si smette di allenarsi per più tempo? È una domanda particolarmente attuale in estate, dal momento che le ferie spezzano le buone abitudini che abbiamo consolidato durante l’anno e ci portano spesso lontano dalla palestra per intere settimane. Inoltre, il caldo intenso contribuisce a ridurre ulteriormente la voglia di allenarsi. Ma quali sono le conseguenze di questo stop prolungato?
Smettere di allenarsi in estate: le conseguenze
Il primo risultato di smettere di allenarsi in estate è che a settembre, quando avremo la voglia o la necessità di ritornare alle vecchie abitudini, sarà molto più difficile riuscirci. Riprendere l’allenamento dopo un lungo stop non è infatti immediato e richiede molta motivazione e costanza. È difficile rimanere fedeli alle buone abitudini, ma è ancora più difficile costruirle (o ricostruirle) da zero!
Ma non si tratta solo di questo: l’interruzione dell’allenamento comporta anche il cosiddetto detraining. Attenzione: naturalmente si sta parlando qui di un’interruzione prolungata, che spezza per molto tempo la routine degli allenamenti. È del tutto normale infatti avere dei giorni di pausa tra una sessione e l’altra: anzi, il recupero (la cui durata dipende dall’intensità dello sforzo fisico fatto) è una componente fondamentale del benessere psicofisico ed è questo il motivo per cui non è consigliabile andare in palestra tutti i giorni.
Il detraining inizia a manifestarsi quando l’interruzione degli allenamenti si prolunga per più di una settimana e diventa significativo dopo circa due settimane: di fatto, consiste nel perdere i benefici acquisiti con la pratica sportiva. Ciò significa che nel soggetto diminuiscono gradualmente le capacità cardiovascolari, la massa muscolare e la sensibilità dell’insulina. Se l’interruzione degli allenamenti è ancora più lunga, ad esempio di due mesi, ci sono cambiamenti ancora più profondi, che interessano ad esempio il funzionamento del metabolismo. In questo caso potrebbe verificarsi eventualmente un aumento di peso.
Tra l’altro anche questo fattore diventa un ostacolo quando, a settembre, si vuole tornare in palestra: si percepiscono maggiore fatica e sforzo nel fare esercizi che solo poche settimane prima erano quasi di routine. Di conseguenza ci si potrebbe sentire demoralizzati, scoraggiati o frustrati. Per tornare alla forma fisica di un tempo, inoltre, potrebbe essere necessario un po’ di tempo.
Il detraining non funziona per tutti allo stesso modo: gli effetti dell’interruzione dell’allenamento dipendono anche da quanto si era in forma prima di smettere. Non solo: gioca un ruolo significativo anche l’età. Sulle persone meno giovani e meno allenate il detraining è più veloce, ovvero si perde più rapidamente la forma fisica che era stata acquisita con l’allenamento costante.
Cosa succede al corpo se smetti di allenarti per tanto tempo

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Cosa vuol dire esattamente “perdere l’allenamento”? Molto dipende dal tipo di esercizi che si eseguivano (aerobici, di forza, ecc.), ma tendenzialmente per prima cosa si riduce gradualmente la capacità del cuore di pompare sangue efficientemente. Anche la muscolatura potrebbe diventare meno capace di utilizzare l’ossigeno ed eventualmente ridursi di volume.
Insomma, detto in parole semplici: si perdono la forza muscolare e le capacità aerobiche. Gli studi in merito, tra l’altro, sono abbastanza sconfortanti: secondo una ricerca, la capacità aerobica conquistata tramite 2-3 mesi di allenamento può essere persa in 2-4 settimane di stop. La forza fisica, invece, dovrebbe conservarsi fino a quattro settimane di inattività, mentre potenza e resistenza ne escono già ridimensionate.
Se prima di iniziare il programma di allenamento erano presenti delle problematiche cardiovascolari che possono beneficiare dell’attività fisica, ad esempio livelli di pressione sopra la media o glicemia alta, l’interruzione prolungata (alcune settimane) dell’allenamento può riportare questi valori allo stadio iniziale.
Allenarsi in estate: come fare

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Come gestire allora il periodo di detraining dell’estate? Prima di tutto, si può provare a evitarlo. Se si resta in città o comunque a portata di palestra, può essere utile trovare un compagno o una compagna con cui condividere le sessioni di sport anche nei mesi più caldi dell’anno: allenarsi in coppia aumenta infatti la motivazione e la costanza. Se il problema è invece il fatto che in estate, per questioni personali o lavorative, diventa più difficile trovare il tempo per allenarsi rispetto ad altri periodi dell’anno, allora può essere consigliabile orientarsi verso esercizi e allenamenti veloci.
E quando si va in vacanza, invece? In alcuni casi, anche se non è possibile proseguire con le sessioni di allenamento abituali, si può comunque trovare un momento per rimanere attivi: con una corsa all’aria aperta, con un allenamento in spiaggia, con una nuotata nel mare o nella piscina dell’hotel… Inoltre, molte mete vacanziere offrono la possibilità di sperimentare sport nuovi: al mare si possono fare canoa, stand up paddle e kitesurf; in montagna, invece, ci sono trekking, arrampicata e ferrate. Sono tutti ottimi modi per mantenere attivo il corpo anche in vacanza e limitare gli effetti del detraining.
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