Prese da arrampicata: conoscerle bene per praticare questo sport
Una parete di climbing è fatta di prese da arrampicata diverse e ognuna va usata in un modo preciso: conoscerle può aiutare a praticare correttamente...
L’arrampicata indoor è uno sport molto diffuso che conosce diverse sfaccettature, gradi di difficoltà in base principalmente alle prese da arrampicata e all’inclinazione della parete. Se questa disciplina sportiva prima era considerata quasi una tappa di allenamento per quella in montagna, oggi invece è riconosciuta comunemente come uno sport a sé stante: l’arrampicata sportiva. In questo tipo di attività si utilizzano pannelli artificiali, i rocciodromi, dotati di prese per arrampicata di vario genere.
I rocciodromi possono essere in metallo ricoperti di fibra per migliorare la presa, a imitazione della roccia naturale o in metallo e legno laminato, trattato con resine per creare una superficie con buona aderenza. Su queste pareti le prese sono mobili, di resina o plastica, e possono essere spostate grazie a un fissaggio a bulloni o a vite per modificare il percorso e il livello di difficoltà, consentendo di aumentare gradualmente lo sforzo e quindi la massa muscolare.
Caratteristiche del rocciodromo
Quello che definisce una parete indoor di arrampicata sono l’inclinazione della parete e le prese presenti. La prima non è altro che la pendenza, che come nell’arrampicata boulder simula una parete di roccia e può essere più o meno inclinata o strapiombante in base al grado di difficoltà.
Le prese per arrampicata sportiva invece sono di tantissimi tipi e in base al numero, al tipo e alla disposizione in successione possono modificare la tecnica, la forza e il livello dell’arrampicata, aumentando i benefici di questa attività sportiva. Le prese hanno varia dimensione e forma a riproduzione degli incavi irregolari della roccia.
Ce ne sono di tondeggianti, lineari, incave, svasate e ognuna ha un nome tecnico preciso e prevede una specifica modalità di appiglio. Esse hanno talvolta anche diverso colore o segni di riconoscimento (come lo scotch colorato) per la definizione di un percorso preciso sulla parete che l’atleta deve seguire con apposite scarpe da arrampicata.
In base al grado di difficoltà si prevede che il climber utilizzi prevalentemente mani e piedi, che debba spostare un arto per volta, utilizzare poche o più dita per l’aggrappo, che abbia più o meno scelta nei movimenti, che debba utilizzare doti di equilibrio. Ai livelli massimi si arriva a gradi davvero al limite delle capacità umane.
Prese per climbing: tipologie
Un set di prese di arrampicata prevede di solito un equilibrato mix di tipologie per costituire un percorso variegato, come lo si potrebbe trovare in una parete di roccia naturale.
Ecco alcuni tipi di prese di arrampicata usate nei rocciodromi:
- Tacche: si tratta di una struttura abbastanza dritta posizionata orizzontalmente che può offrire, in base alla dimensione, spazio per le due mani o solo per alcune dita.
- Pinze: simili alle tacche ma disposte in verticale, esse offrono una presa per la mano costituita da pollice e un dito in opposizione.
- Maniglie: queste prese da climbing hanno una pronunciata incisione posteriore che dà un comodo appiglio per tutte o alcune dita. Queste prese sono per l’arrampicata dei bambini o per principianti, visto che richiedono meno sforzo. Non di rado, comunque, qualcuna si trova anche dove la parete è a strapiombo, dove altrimenti è davvero quasi impossibile sostenersi.
- Svasi: questa presa è tondeggiante e discendente e per l’aggrappo richiede forza e pressione.
- Volumi: queste prese da arrampicata sono voluminose e massicce e consentono l’aggrappo anche con le due mani e sono un’alternativa a tacca, maniglia, svaso, pinza.
Per valutare la prestazione alle prese da arrampicata vengono dati punteggi vari in caso vengano toccate, impugnate, usate per raggiungere una presa successiva o erroneamente etc.