Raku: l'antica tradizione della ceramica orientale

Raku, ovvero la ceramica orientale con origini antichissime, porta con sè le più antiche tecniche giapponesi nella produzione ad alta temperatura di oggetti di vario tipo
La ceramica raku affonda le radici nella cultura e nella tradizione del Giappone. La storia è intimamente connessa a quella del suo paese d’origine, mescolandosi talvolta con la leggenda. A colpire, è certamente il colore e la bellezza degli elementi realizzati con questo materiale, i quali non sono riproducibili con altre tecniche.
Raku-yaki, o raku, è una tecnica di cottura giapponese finalizzata alla costruzione di ciotole per la cerimonia del tè. In questo articolo, troverete tutte le informazioni riguardanti la tradizione della ceramica raku.
A che cosa serve la ceramica raku?
Pur nascendo dalla tradizione orientale del tè, la ceramica raku sta ritrovando nuova vita, da qualche tempo, anche in Occidente. La bellezza di questa lavorazione ha conquistato anche il mondo della piccola bigiotteria e degli oggetti artistici come il servizio di piatti. Molte boutique e tanti artigiani offrono, sempre più spesso, gioielli in ceramica raku o piccole composizioni artistiche realizzate in questo materiale straordinario e molto antico.
La storia della ceramica raku è attribuita al periodo Momoyama (XVI secolo) e all’artigiano coreano Chojiro, il quale era addetto alla fabbricazione di tegole. La tecnica raku venne sviluppata per semplificare la produzione delle ciotole per la cerimonia del tè. La parola raku deriva dal giapponese “gioia di vivere, piacevole, comodo”, e deriva dal sobborgo di Kyoto da dove veniva estratta l’argilla ai tempi. L’arte ceramica raku seguiva tecniche molto precise e regole severissime che ne determinavano i parametri estetici e la qualità.
Dai gloriosi tempi della raku originale, la popolarità della tecnica è cresciuta talmente tanto da diffondersi anche in Occidente, perdendo però gran parte dei principi fondamentali di cui era costituita. Pur essendo così diversa dalla sua ricetta originale, la ceramica raku conserva la sua grande bellezza ed è apprezzata in tutto il mondo. Si producono oggetti di vario genere: dai vasi per decorare gli spazi interni della tua casa a piatti, bicchieri, ciotole in cui poter gustare le migliori salse tra cui anche le salse giapponesi.
Particolarità della ceramica raku
La ceramica raku di differenzia dalle altre per via della sua seconda cottura, la quale avviene in un forno molto speciale che può raggiungere temperature comprese tra i 900° e i 1000° C. Dopo tre ore di esposizione, l’oggetto di ceramica viene estratto con delle pinze e depositato in un contenitore di materiale combustibile (fogli di giornale, trucioli di legno, ecc). Il contatto con questi provoca l’accensione immediata di una fiamma, la quale brucia tutto scatenando una reazione chimica molto importante per la corretta realizzazione della raku. La ceramica viene infine depositata nell’acqua, dove verrà raffreddata a combustione avvenuta.
Lo scopo di questa combustione è quello di intervenire sul colore della ceramica stessa, bruciando le particelle di ossigeno. Un’esposizione prolungata alla fiamma produrrà colori più scuri, mentre un’esposizione più breve produrrà trasformazioni più chiare. Anche la temperatura e la copertura dell’oggetto in fase di combustione possono modificare la ceramica in maniera sostanziale.
L’unicità dei colori della ceramica raku giapponese la ha resa famosa a livello mondiale: saperla lavorare significa padroneggiare l’arte della ceramica, essere mastri vasai esperti e abili e conoscere non solo tutti i segreti dell’argilla, ma anche gli effetti che il fuoco e le varie temperature hanno su di essa.
Se stai pensando di organizzare una vacanza in Giappone, per immergerti totalmente nella cultura del paese, vale la pena cercare e incontrare uno dei maestri della ceramica raku.