Funerale ebraico: come organizzarlo secondo la tradizione

Dalle tradizioni alle preghiere, ecco tutto quello che c'è da sapere sul funerale ebraico e a chi rivolgersi per organizzarlo secondo la tradizione
Così come organizzare un funerale laico o religioso ha le sue peculiarità, anche per un funerale ebraico ci sono certi canoni da tenere in considerazione. I riti funebri degli Ebrei variano a seconda della comunità a cui si appartiene: ortodossa, conservatrice o riformata. Chi non conosce questa religione spesso rimane stupito guardando un funerale ebraico e si pone moltissime domande: quali sono le regole ebraiche di lutto? Perché gli ebrei mettono una pietra sulla tomba? Vi forniamo una risposta a tutti questi quesiti.
Funerale ebraico: le regole nella preparazione del corpo del defunto
Come sappiamo, esistono varie differenze tra funerali religiosi e laici. La religione ebraica considera la morte un dono di Dio, poiché chi ha vissuto rispettando le regole verrà ricompensato. Dopo il decesso a occuparsi del funerale sono i parenti più stretti della persona defunta. Prima di tutto viene contattato il rabbino che dovrà istruire la famiglia riguardo la procedura da seguire. Ogni comunità possiede una società che si occupa di preparare alla sepoltura il defunto: il tempo trascorso fra la morte e il funerale non deve mai essere superiore alle 24 ore, per poter preservare al massimo l’integrità del corpo.
In segno di rispetto il defunto non va mai lasciato solo e viene effettuata una veglia come le case del Commiato. Durante questo rituale il corpo viene posizionato a terra con i piedi sempre rivolti verso la porta, gli occhi e la bocca chiusi e il volto coperto con un foglio. Intorno alla salma si accendono delle candele e i familiari leggono dei Salmi. In seguito, il defunto viene prima purificato attraverso un lavaggio con l’acqua, in seguito avviene la vestizione con il sudario bianco e il tallith, lo scialle di preghiera con le frange.
Funerale ebraico: come si svolge
Nella religione ebraica non è prevista la cremazione, ma viene accettata esclusivamente la sepoltura a terra. La bara deve essere semplice e in legno, senza nessun abbellimento. Durante la cerimonia funebre tutti devono avere il capo coperto e i familiari possono strappare una parte del loro vestito in segno di disperazione, aggiungendo la stoffa alla bara.
Le preghiere non vengono recitate in Sinagoga, considerata il luogo della vita, ma nel cimitero dal rabbino, che legge un memoriale in cui viene ricordato e lodato il defunto. Viene poi recitato il Kaddish, una preghiera che esprime l’accettazione per il volere di Dio. Terminato il rituale i parenti più stretti trasportano la bara nella fossa e gettano la terra sulla tomba che dev’essere priva di lumini, sculture o foto. Inoltre, mentre molti cristiani prestano particolare attenzione alla scelta della lapide, la tradizione ebraica non contempla tale elemento. Come avviene anche in altre tradizioni, il costo del funerale varia in funzione dei servizi richiesti.
Funerale ebraico: cosa succede dopo
Al termine del funerale inizia la Shivah, ossia la fase di lutto che dura sette giorni. Durante questo periodo i familiari della persona morta sono detti avelim e non possono lavorare né eseguire qualsiasi attività. Gli è concesso mangiare solamente un pasto che viene portato dai vicini a base di uova sode, pane e caffè. Non possono sedersi a tavola, ma solo a terra e sugli sgabelli, tranne il Sabato, quando la loro condizione di avelim viene interrotta. Il settimo giorno, il tredicesimo e dopo un anno, tutti i parenti del defunto devono tornare al cimitero per recitare davanti alla tomba le preghiere.