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Piatti tipici napoletani: 20 cibi da provare a Napoli

La tradizione culinaria napoletana è ricca di ricette da assaggiare almeno una volta. Scopri in questo articolo tutte quelle da provare assolutamente

16-02-2022 (Ultimo aggiornamento 29-03-2022)

Mangiare bene

Vedi Napoli e poi muori. Così diceva Goethe della città partenopea per esaltarne la bellezza. Ma non bastano gli occhi per apprezzarne il fascino. Per conoscere Napoli occorre scoprire il misto di profumi e sapori raccontati dalla tradizione culinaria partenopea, antica e ricchissima. Ed ecco allora venti piatti tipici napoletani da provare, a cominciare dalla regina delle ricette: la pizza.

La pizza verace

Non ci sarebbe quasi neppure da contarla nella lista dei piatti da provare, la pizza. È nata a Napoli, ma ormai è diventata patrimonio universale, un simbolo capace di rappresentare l’Italia intera nel mondo. Ci sono alcuni segreti, tuttavia, che nonostante la popolarità della ricetta distinguono l’autentica pizza napoletana dalle imitazioni.

Margherita e Marinara sono le due opzioni che vengono dalla tradizione. I pizzaioli di Napoli hanno messo nero su bianco le caratteristiche della pizza verace in tutta la sua gustosissima semplicità. La vera pizza napoletana deve essere morbida, fragrante, facile da piegare, con il sapore del pane ben cotto del cornicione che si mescola a quello del pomodoro. Spessore due millimetri e mezzo. Facile? 

Per associazione di idee, un posto d’onore tra i cibi tipici, non solo di Napoli ma dell’intera Campania, spetta alla mozzarella di bufala. Anch’essa – come la pizza – da tutelare dalle imitazioni.

Le altre pizze

A Napoli, però, la pizza è anche qualcos’altro. Possibile? Ve la ricordate Sophia Loren nell’Oro di Napoli? La tradizione partenopea ci consegna la pizza fritta come cibo di strada. E poi ci sono i piatti legati alle ricorrenze, come la pizza di scarole, farcita appunto con la scarola stufata, che si mangia d’abitudine il giorno della Vigilia di Natale, a pranzo, per prepararsi al cenone.

Nel periodo pasquale invece viene servita la pizza chiena, da fare il Venerdì Santo e mangiare il giorno seguente con il suo ripieno di salumi e uova.

La pasta

Tolta la pizza, cosa c’è di più rappresentativo di Napoli di un piatto di pasta? Napoli vanta la ricetta di un ragù la cui prelibatezza è diventata letteralmente poesia nelle parole dell’attore e drammaturgo Eduardo De Filippo, che gli ha dedicato ‘O rraù. “La buonanima di mia madre diceva che per fare il ragù ci voleva la pazienza di Giobbe”, dice inoltre uno dei personaggi della commedia Sabato, domenica e lunedì. E se lo dice Rosa, come darle torto? Una delle particolarità che distingue il ragù napoletano dalla ricetta bolognese è che la carne non viene macinata.

Non vorrete cenare a Napoli, poi, senza assaggiare la pasta alla puttanesca. Viene condita con un sugo di pomodori pelati, olive e capperi. Talvolta con l’aggiunta di filetti di alici.

Quanto alla pasta, la tradizione vuole che con gli spaghetti avanzati, in città, si prepari la frittata di pasta. Gli avanzi vengono amalgamati in padella con formaggio, salame e uova. Tra i formati di pasta più usati nel Napoletano i paccheri e gli ziti.

Il menù delle feste

Alcuni tra i cibi più caratteristici della tradizione culinaria partenopea appartengono al menu delle feste, a cominciare dal casatiello preparato nel periodo di Pasqua. Questo pane a forma di ciambella, il cui impasto è arricchito da salumi e formaggio, ha la particolarità di contenere le uova – simbolo pasquale per eccellenza – che vengono impiegate intere e con il guscio in modo che affondino solo per metà nella pasta. Si mangia tutto l’anno la versione meno ricca, chiamata tortano.

Sempre a Pasqua, il pranzo a Napoli si chiude con la pastiera, una frolla ripiena di grano, ricotta e uova. Ingredienti semplici, che però richiedono tempo e maestria perché il risultato sia degno della tradizione.

È legata al cenone della Vigilia di Natale invece la ricetta dell’insalata di rinforzo, preparata con cavolfiori bolliti, olive e papaccelle, ossia peperoni tipici della Campania conservati sotto aceto. Sempre il 24 a Napoli non può mancare in tavola il capitone fritto.

Carrellata di dolci

Per chiudere il pranzo la tradizione partenopea ci consegna la ricetta di tanti dolci tipici: i roccocò sono anelli fragranti a base mandorle, mentre i mostaccioli biscottini glassati con il cioccolato e profumati con un mix di spezie chiamato pisto. Non meno caratteristici di Napoli sono le zeppole fritte e glassate con il miele e gli struffoli, palline di impasto ai canditi rese irresistibili dal miele. Senza dimenticare i babà, morbidi e spugnosi per assorbire il rum che li rende unici, e le sfogliatelle.

Contorni

Trascurato qualcosa? Certamente. A Napoli i cibi tipici sono tantissimi e anche i contorni sono tutt’altro che secondari. Le pizzelle di sciurilli, ad esempio, sono frittelle di fiori di zucca ottime, ma il contorno forse più classico della cucina partenopea sono i friarielli. Perfetti per accompagnare secondi piatti importanti, altro non sono che cime di rapa passate in padella con olio, aglio e un poco di peperoncino.

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