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Menù napoletano per la vigilia di Natale

A Napoli la cena del 24 è un momento di festa per eccellenza. Ecco un menù per la vigilia di Natale 100% napoletano dall’antipasto al dolce

15-12-2021

Idee per la spesa

Dici Natale a Napoli e pensi al cenone della Vigilia. Pensi al capitone. Già, perché la tradizione vuole che nella città partenopea il 24 si porti in tavola un menù di magro, a base di pesce, mentre il 25 è dedicato alla carne. Il capitone fritto è il principe dei piatti da portare in tavola, ma non è l’unica ricetta che non può mancare in cucina per prepararsi alla festa in famiglia. Scopriamole tutte, ad una ad una, per ricreare la magia del cenone.

Il cenone comincia a pranzo

Partiamo da principio. Ovvero da prima della cena della vigilia. Già a pranzo del 24 la tradizione napoletana vuole che ci si cominci a preparare per i festeggiamenti che la sera terranno tutta la famiglia a tavola. Come? Semplice: con la pizza di scarola.

Questo piatto semplice eppure saporito è una sorta di rito preparatorio, una ricetta da portare in tavola in vista del cenone che ci aspetta. La ricetta non si può improvvisare, perché richiede la lievitazione dell’impasto come avviene per la pizza.

La pasta viene farcita con la scarola stufata a cui si aggiungono capperi, olive e un’acciuga.

Le vongole per aprire la cena

Anche sul primo piatto per il menu del 24 non ci sono dubbi: spaghetti alle vongole. Questo primo piatto non può mancare per introdurci nel periodo di festa che ci terrà a tavola fino all’Epifania. Direte: e gli antipasti? Non li abbiamo dimenticati.

Semplicemente, vengono dopo nella scala della tradizione. Un’insalata di polpo è perfetta per introdurre i nostri ospiti nel clima natalizio, così come si prestano ad introdurci nel menu del 24 i polipetti alla luciana o le cozze al tegamino.

Ma ricordate che è davanti agli spaghetti con le vongole che i commensali inizieranno davvero a sentirsi dentro il Natale.

Il momento del fritto: capitone ma non solo

E poi viene il momento dei fritti. Menù di magro non significa infatti che ci sia bisogno di rinunciare al sapore. Il posto d’onore è riservato al capitone. L’anguilla, tagliata a tocchetti e fritta, si affianca nella tradizione napoletana al baccalà fritto.

Se la bilancia o il colesterolo vi suggeriscono di non strafare, uno strappo alla regola vi concede di portare in tavola un’alternativa più leggera come il branzino all’acqua pazza.

Molto più di un contorno: l’insalata di rinforzo

Anche il contorno, a Napoli, rispetta una precisa tradizione: la tradizione dell’insalata di rinforzo. Si tratta di un’insalata che ha come ingrediente fondamentale il cavolfiore, bollito e condito con olio e aceto, assieme alle olive e alle papaccelle.

Queste ultime sono peperoni tipici della Campania che vengono conservati sotto aceto, perfetti per dare corpo al contorno che accompagnerà i fritti del cenone. La versione più leggera dell’insalata di rinforzo si limita alle verdure, mentre molti aggiungono qualche acciuga.

Dolci per chiudere in bellezza: il segreto del pisto

Infine i dolci, che non possono mancare dopo una piccola pausa durante la quale si chiacchiera e si sgranocchia frutta secca. Non solo babà e sfogliatelle, la tradizione culinaria partenopea è ricca di ricette dolci per rendere perfetto il periodo natalizio.

Tra di esse, diverse prevedono l’impiego di un particolare mix di spezie capace di rendere indimenticabili i dolci. È il pisto, che si trova pronto nei negozi ed è in vendita anche online per chi volesse ricreare il gusto della tradizione pur lontano dalla Campania.

Il pisto può anche essere preparato in casa, mescolando le spezie che gli danno il caratteristico e indimenticabile sapore. Cannella, anice stellato, pepe, noce moscata, coriandolo, chiodi di garofano: gli ingredienti sono semplici ma è la sapienza con cui vengono uniti nella giusta quantità a rendere possibile la magia.

Il composto è impiegato tanto per preparare i roccocò, fragranti anelli a base mandorle, quanto per i mostaccioli, che sotto la glassa di cioccolato uniscono la granella di mandorle al sapore del cacao. Non meno tradizionali sono inoltre le zeppole, frittelline glassate con il miele, e gli struffoli, palline di impasto ai canditi impreziosite dal miele.

Friggendo e mangiando

Inutile dire che una delle regole del cenone è che i piatti vengano preparati sul momento, per mantenere intatti i loro sapori. “Friggendo e mangiando”, si diceva un tempo nel dialetto napoletano per indicare quanto breve fosse il tempo tra la preparazione e l’assaggio.

Anche a questo, in parte, è legato il piacere di stare a tavola per l’intera serata, aspettando il Natale. Con un buon vino campano ad accompagnare le portate e il caffè – immancabile – a completare tutto.

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