Gelato naturale, per una pausa golosa (e salutista)

Si sente parlare sempre più spesso di gelato naturale: ma in cosa consiste e come viene realizzato? Scopri tutto quello che c'è da sapere
Con l’arrivo della bella stagione cresce la voglia di alimenti freschi, capaci di appagare il palato e di donare un po’ di sollievo dal caldo e dall’afa. E quale alimento è più fresco e più goloso di un gelato che rientra anche tra i dolci tipici in Italia?
C’è chi ne ama la versione artigianale, e chi preferisce i gelati confezionati. Chi non può fare a meno di una cialda croccante, e chi chiede rigorosamente una coppetta. Ma, tra gusti alle frutta e altri alle creme, c’è una tipologia di cui sempre più spesso si sente parlare: è il gelato naturale.
Perché la tendenza è proprio questa: offrire un prodotto che sia – oltre che buono – anche sano, discostandosi dall’impiego di semilavorati che, utilizzati da circa il 60% delle gelaterie, sono preparati a cui si aggiungono solo latte, panna e pochi altri ingredienti.
Ma come si realizza invece un gelato naturale, e perché fa bene a grandi e piccini?
Le caratteristiche del gelato naturale
Che cos’è il gelato naturale? È un gelato preparato senza tutte quelle sostanze chimiche (coloranti, additivi, aromi) che – se da un lato servono a renderlo molto cremoso – dall’altro lo riempiono di grassi idrogenati.
Gli ingredienti di un gelato naturale sono invece il latte, la panna fresca, il cioccolato della migliore qualità (anche cioccolato fondente), la frutta appena raccolta: ingredienti semplicissimi, alla base di una preparazione certo più lunga ma che conduce a un risultato impareggiabile.
Il gelato naturale, rispetto a uno realizzato coi semilavorati, è più leggero sia che si scelga un sorbetto che un gusto crema, è più digeribile e soprattutto ha un contenuto di zuccheri decisamente inferiore (spesso, gelaterie che adottano questa tipologia di preparazione usano per dolcificare il miele o lo zucchero grezzo).
Senza contare che, oltre a fare bene all’uomo, fa bene anche all’ambiente: in genere, le materie prime si acquistano da produttori locali o comunque molto attenti alla gestione delle risorse, degli animali e della natura.
Come riconoscere un gelato naturale
Come riconoscere un gelato naturale da un “normale” gelato artigianale? La prima cosa a cui prestare attenzione è il colore: quando le tinte sono accese e sgargianti, vuol dire che sono stati utilizzati i semilavorati.
E poi la forma: il gelato che riempie i contenitori come una nuvola paffuta è ottenuto mediante l’uso di prodotti chimici che lo gonfiano e lo rendono più “bello”. C’è poi la questione gusto: nel gelato naturale ogni sapore è distintamente riconoscibile, con il cocco che sa di cocco e il pistacchio (uno dei gusti più apprezzati al mondo) che non è salato. Il suo gusto deve essere esattamente quello dell’ingrediente con cui è stato realizzato.
Quando si entra in una gelateria naturale si trovano solamente gusti stagionali, per quanto riguarda la frutta, e un cartello con l’indicazione di tutti gli ingredienti utilizzati.
Se si chiede l’aggiunta di una salsa, al cioccolato come all’amarena, sarà anch’essa naturale e – una volta finito il proprio gelato – la sensazione sarà diversa rispetto a quella che dà un gelato non naturale: ci si sente leggeri, non si hanno problemi di digestione e non si ha sete.
Il gelato biologico
Un’altra tipologia di gelato di cui negli ultimi tempi si sente molto parlare è il gelato biologico. In questo caso, le materie prime utilizzate devono provenire da agricoltura biologica certificata. E anche il prodotto finale – che a livello di preparazione è identico al gelato naturale – deve essere certificato da un ente riconosciuto.
Frutta, latte, uova, cioccolato: un vero gelato bio è prodotto con ingredienti tutti biologici. E la filiera tutta deve essere controllata e autorizzata.
Ci sono persino le cosiddette “agrigelaterie” che, un po’ agriturismi e un po’ gelaterie, producono da sé gli ingredienti poi utilizzati per la preparazione dei gelati.
Gelati che seguiranno l’andamento delle stagioni (anguria, fragole e frutti di bosco in primavera ed estate, castagne e agrumi in autunno), e che avranno per base il latte di mucca munto in loco.