Quali sono i drink da aperitivo e come prepararli in casa?
Come devono essere i drink da aperitivo? Come si preparano a casa? Ecco i più noti aperitivi italiani, tra alcolici e analcolici
Prosecco, Aperol e una spruzzata di soda. Con una fettina d’arancia per guarnire. Semplice? Eppure sta tutta qui l’essenza di uno tra i più noti aperitivi italiani. Lo Spritz, che dal Veneto è diventato una moda lungo tutto lo Stivale, è solo uno dei tanti drink da aperitivo sorseggiati dagli italiani in quella fascia d’orario magica nella quale ancora la fame non è salita e c’è tempo per quattro chiacchiere tra amici.
Quali sono gli altri cocktail da aperitivo in voga? Quali le alternative per chi preferisce bere qualcosa di analcolico? E come si ricrea l’atmosfera a casa, per un aperitivo casalingo? Tante domande che troveranno qualche risposta in una piccola guida ai più diffusi aperitivi italiani.
Alcolico ma non troppo
Prima di tutto una piccola distinzione tra cocktail da aperitivo e drink per il dopo cena: prima di mangiare il grado alcolico non può salire troppo, se non si vuol correre il rischio di rovinare il clima conviviale che distingue l’aperitivo. E allora come dev’essere il drink? Non troppo carico. L’ideale è qualcosa che si possa sorseggiare con calma tra una tartina e l’altra o una chiacchiera e l’altra.
Ancora prosecco, ma con la frutta: il Bellini
Il prosecco è un ingrediente che si presta bene per la preparazione degli aperitivi. E quando il prosecco è spumante (perché spumante e prosecco non sono sinonimi: il prosecco è un vino a denominazione di origine controllata prodotto in Veneto e Friuli Venezia Giulia che molto spesso è spumante ma può essere fermo o frizzante), esso è perfetto per il Bellini, uno degli intramontabili cocktail da happy hour.
Per preparare questo cocktail il vino si mescola alla purea di pesca. Per una variante fruttata meno tradizionale, è da provare il Puccini, nel quale la pesca lascia il posto al mandarino. Oppure il Rossini, con la purea di fragola, e il Tintoretto al succo di pompelmo. Il Mimosa invece unisce al prosecco il succo di arancia, per un colore giallo acceso che dà il nome all’aperitivo.
A tutto rosso: Campari&Soda
Cambiamo colore e passiamo al rosso, il colore del Campari&Soda, che si prepara aggiungendo tre parti di soda ad una di Campari. Ancora Campari, ma unito a un altro intramontabile prodotto italiano con il vermouth rosso, per il Mi-To, come Milano e Torino, due città capitali della produzione dei suoi ingredienti. Con l’aggiunta di un poco di soda e servito in un bicchiere old fashioned, diventa l’Americano, da guarnire con mezza fetta d’arancia e scorza di limone.
Il successo di un errore: Negroni e Negroni sbagliato
Ed eccoci ad un altro classico dell’aperitivo italiano, il Negroni. I barmen lo classificano tra gli indimenticabili. Prendete un Americano e dimenticatevi la soda: al suo posto vi serve un poco di gin. Campari, vermouth e gin in parti uguali sono infatti gli ingredienti di uno dei cocktail più richiesti. Mettete lo spumante al posto del gin ed ecco un errore che ha fatto la storia nei locali d’Italia: il risultato è un Negroni sbagliato.
L’aperitivo non è per forza alcolico. I drink analcolici
Fin qui alcune proposte per un cocktail da aperitivo che si può fare a casa, per la relativa semplicità delle combinazioni. Ma non è affatto detto che quello che si beve all’happy hour debba per forza essere alcolico. Sono molti i drink perfetti da bere ad un aperitivo analcolico. Come devono essere i cocktail in questo caso? Semplice: colorati e beverini, da mandare giù con piacere mentre si chiacchiera con gli amici.
Largo alla frutta: il Fruit punch
La più classica delle proposte mescola la frutta e la soda per un risultato effervescente. Da provare il mix di succo d’arancia, mirtilli e ananas. Fruit punch è il nome da chiedere in un locale se l’idea vi stuzzica. Alcuni aggiungono qualche fragola a fette o qualche fogliolina di menta. Perfetto con il ghiaccio per una festa estiva.
Classici senza alcool
Almeno due sono gli aperitivi analcolici diventati veri e propri classici drink. Lo Shirley Temple prende il nome dall’attrice americana che recitò bambina. Si prepara miscelando due parti di ginger ale con una parte di granatina. Ancora un personaggio dello spettacolo e ancora sciroppo di granatina per un altro cocktail che senza alcol: il Roy Rogers. Per ottenerlo lo sciroppo si unisce alla cola. La ricetta vorrebbe una ciliegia al maraschino per guarnire.
Stesso stile, diverso gusto: le versioni virgin
Le versione virgin, ovvero senz’alcol, dei cocktail, sono un’altra opportunità da provare. Un esempio è la Colada alcol free. Niente rum in questo aperitivo: a creare il mix perfetto pensano latte di cocco e succo d’ananas. Sarà proprio l’ananas, con un poco di zucchero, a rendere questo long drink sciropposo al punto giusto.