1. Home
  2. Food
  3. Bar e caffè

Cosa sono i sour cocktail?

Che cosa si intende per sour cocktail? Quali sono i più buoni da provare? Come prepararli e perché si chiamano così? Scopri questo e tanto altro

02-03-2022 (Ultimo aggiornamento 29-03-2022)

Bar e caffè

Daiquiri e Margarita sono i nomi più famosi, ma nel film reso celebre dalla gonna di Marilyn Monroe che si alza per la corrente che sale dalla metropolitana si trova anche un altro sour drink, il Whiskey sour. La citazione cinematografica aiuta ad inquadrare la popolarità che questo tipo di cocktail – i cosiddetti sour cocktails – si sono guadagnati nel corso degli anni.

Ma di cosa si tratta esattamente? Da dove deriva il nome di queste bevande e quali sono le loro caratteristiche? Tre ingredienti fondamentali miscelati insieme rappresentano l’essenza di sour cocktail: un distillato, il succo di limone o di un altro agrume e, infine, lo zucchero che può essere sostituito da uno sciroppo dolcificante.

L’origine del nome

Tradotto alla lettera dall’inglese, sour significa acido e per questo si discostano per gusto dai cocktail dolci. Questo elemento racchiude la caratteristica peculiare di questo tipo di cocktails. Alla base dei sour drink c’è infatti una componente acida, rappresentata il più delle volte dal succo di limone. Non si tratta insomma di drink fruttati che si distinguono per la loro dolcezza.

All’origine della loro preparazione c’è piuttosto l’esigenza di aggiustare il sapore di un distillato che poteva avere alcune impurità. Con la componente acida, appunto, e l’aggiunta di una punta dolce che renda tutto più gradevole.

Il mappamondo dei migliori drink sour

Proprio perché i distillati sono uno dei tre ingredienti fondamentali dei sour cocktail, ogni distillato dà origine ad un differente drink. Ed ecco di conseguenza che a seconda della tradizione di ciascun Paese del mondo si compone la geografia dei sour cocktail, a cominciare dal Whiskey sour cocktail e dal Vodka sour.

Uno tra i migliori esempi di sour drink è nato a Cuba: il Daiquiri. In esso il rum bianco dell’isola centroamericana si unisce al succo di lime, o limone, e ad un poco di zucchero. Uno dei segreti per il successo del Daiquiri, come per gli altri sour drinks, è usare agrumi maturi. Delicatissimo l’equilibrio da trovare tra le componenti, rispettando una proporzione che – secondo le ricette più accreditate del Daiquiri – vuole la quantità di succo di limone appena sotto la metà di quella del rum.

Viene dal Messico, invece, il Margarita, a base dell’acquavite ottenuta dall’agave, la tequila. Si aggiunge anche in questo caso il succo di limone, mentre il ruolo di correttore tocca al Triple sec, liquore all’arancia tra i più usati per aggiustare il gusto dei cocktails. Tra i segreti del Margarita il sale, con il quale si decora il bordo del bicchiere. Completa la carrellata dei migliori sour cocktail il Planter’s punch, ottenuto da rum scuro, succo d’ananas e d’arancia, granatina e zucchero, oppure miele.

L’Italia sour e la schiuma di albume

Anche l’Italia ha i suoi sour. È il caso dell’Amaretto sour, creato miscelando il liquore nostrano con il succo di limone e lo sciroppo di zucchero. L’Amaretto sour è uno dei drinks che vuole l’albume d’uovo, sbattuto fino a diventare spumoso, per completare il bicchiere con una schiuma soffice che aggiunge consistenza alla bevanda senza alterarne il gusto. L’alternativa vegana all’albume è il liquido di cottura dei legumi, l’acquafaba.

Tra le preparazioni che richiedono lo strato di schiuma anche il Pisco sour. Di origine sudamericana, questo sour cocktail servito tra Perù e Cile si ottiene con l’acquavite prodotta dalla distillazione del vino. Il processo è sempre lo stesso: al distillato si aggiunge sciroppo di zucchero e succo di limone, con l’albume per guarnire. La particolarità del Pisco sour – che si guadagna un posto tra i migliori sour cocktails – sta nell’aggiunta di un paio di gocce di Angostura, un amaro a base di erbe tra cui la genziana.

Potrebbero interessarti anche