Cosa sono i tatuaggi vegan
I tatuaggi vegan utilizzano un inchiostro che rispetta gli animali e l'ambiente e sono sempre più di moda non solo tra i vegani. Ecco cosa devi sapere
Come per i piercing, anche i tatuaggi sono sempre più richiesti e in voga. Colorati, old school, minimal, e con disegni e stili di tutti i tipi, i tatuaggi, in alcuni casi, possono essere anche vegan: rispettano gli animali e l’ambiente non contenendo sostanze di derivazione animale o metalli responsabili di allergie, come il nichel.
I tatuaggi vegan, definizione e caratteristiche
La decisione di eliminare dalla propria dieta carne, pesce e qualsiasi derivato animale, e seguire quindi la cucina vegana, è sempre più popolare, sia come presa di posizione per la propria salute, sia per una scelta etica ed ecologica.
Nella vita di tutti i giorni però, questa scelta si applica a numerosi aspetti della quotidianità, dall’abbigliamento alle abitudini di acquisto di prodotti di consumo, fino ad arrivare ai tatuaggi.
Come per i cosmetici, infatti, anche i tatuaggi possono essere vegani, o meglio vegan-friendly: ci si riferisce in particolare ai materiali utilizzati per realizzarli, in primis l’inchiostro, e la caratteristica deve essere ben esposta sull’etichetta del prodotto, a garanzia che il contenuto sia completamente privo di ingredienti di origine animale, oltre che non sia assolutamente testato su animali o con procedimenti che ne causino sfruttamento o sofferenza.
Il tatuaggio vegan: una questione di inchiostro
Vediamo nello specifico quali regole devono rispettare i tatuaggi vegan: il materiale principale utilizzato dai tatuatori per realizzare i tatuaggi è ovviamente l’inchiostro, ed è questo per ovvie ragioni il principale elemento da considerare. I tatuaggi vegan infatti utilizzano solo inchiostri vegetali, che non contengano gelatina o gommalacca, derivati da insetti o altri animali. Questi ingredienti sono in genere utilizzati negli inchiostri tradizionali perché esaltano i pigmenti e rendono i colori brillanti, soprattutto nei tatuaggi watercolor, ma molti produttori oggi hanno introdotto sul mercato inchiostri alternativi e ‘animal-friendly’, che si accordano con l’etica vegana senza trascurare il risultato estetico.
Gli inchiostri vegetali per tatuaggi, dopotutto, non sono così difficili da reperire: molti fornitori li vengono online e sono anche indicizzati sul sito della PETA, organizzazione no-profit a sostegno dei diritti animali.
Gli inchiostri vegan, oltre a ingredienti di origine vegetale, devono anche riportare sul contenitore la dicitura “non testato sugli animali”, che garantisca il rispetto dell’etica animalista e vegana anche sulle fasi di produzione e non solo nella scelta degli ingredienti.
Sempre a proposito di inchiostro per tatuaggi, un altro punto è quello della presenza di metalli all’interno dell’inchiostro. La scelta etica per tutelare la salute è quella di inchiostro per tatuaggi senza metalli, specialmente nichel: questo materiale si trova in un gran numero di oggetti di uso comune e causa frequentissime reazioni allergiche. Gli inchiostri vegan e nichel free rientrano in un valore standard certificato, ovvero 1ppm (contenuto di nichel inferiore a 1 parte per milione). Inoltre un’accortezza aggiuntiva per considerare un tatuatore e quindi un tatuaggio nichel free è l’utilizzo di attrezzature idonee e certificate secondo gli stessi parametri.
Buone pratiche per il tatuaggio vegan
Un altro aspetto da considerare per i tatuatori vegan e i loro tatuaggi sono i prodotti in crema che si usano durante l’esecuzione del tatuaggio: generalmente per ammorbidire l’epidermide viene utilizzata la vaselina, ma esistono diverse alternative vegane tra cui scegliere, sempre più popolari tra i tatuatori che sostengono questi principi e l’etica vegana. Anche la crema per trasferire lo stencil del disegno da tatuare è un altro prodotto a cui prestare attenzione in fatto di ingredienti “animal-friendly”.
Infine, un aspetto tecnico che interessa i tatuatori: quando alle prime armi in genere gli artisti del tatuaggio si esercitano su dei supporti “di prova”, in attesa di avere le giuste competenze tecniche per affrontare un tatuaggio su un cliente. Spesso per questi supporti si utilizza pelle animale, specialmente di suino, perché dalle caratteristiche più simili a quella umana. Anche questa pratica è ritenuta crudele e rifiutata in ottica vegana che consiglia invece l’utilizzo di pelli sintetiche, sempre più diffuse sul mercato e scelte più spesso dai tatuatori anche per questioni di praticità.