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Bridge Piercing: cos'è, a chi sta bene e quanto fa male

Il bridge piercing è uno dei piercing più richiesti degli ultimi tempi: ecco tutto quello che c'è da sapere

21-11-2018 (Ultimo aggiornamento 26-11-2018)

Tatuaggi e piercing

Il bridge piercing è un tipo di piercing che si esegue sul volto. Più precisamente va a porsi nella fossetta che si sviluppa tra la fronte e il naso, al loro punto di giunzione. Si tratta di uno dei piercing più amati dalle ragazze, insieme al piercing sulla lingua e allo snake bite piercing, perché conferisce allo sguardo una sorta di magnetismo. Nonostante questo sono sempre di più gli uomini che lo richiedono, soprattutto negli ultimi anni.

Il bridge piercing fa male?

Eseguire il bridge piercing (conosciuto anche come Earl Piercing o Erl Piercing) non è molto doloroso. Addirittura si potrebbe affermare che non lo è affatto, dal momento che la pelle di quella zona è molto poco sensibile mentre, al contrario, il piercing al capezzolo sarebbe tra i più dolorosi in assoluto.

Il bridge piercing si esegue come gli altri piercing: il piercer o il tatuatore afferrano la pelle del naso con una pinza sollevandola dall’osso, quindi eseguono due fori perfettamente allineati con un lungo ago. L’allineamento dei fori di entrata e di uscita del gioiello è fondamentale, dal momento che un paio di fori disallineati farà sì che la barra del gioiello appaia inclinata da una parte con un effetto molto sgradevole sulla simmetria del viso.

Il vertical bridge piercing

Il vertical bridge non è altro che un bridge piercing eseguito in verticale, cioè in maniera parallela e sovrapposta alla linea del naso piuttosto che perpendicolare a essa. Questa particolare versione del bridge piercing è molto più rara e viene eseguita generalmente per gioielli di piccole dimensioni.

Quanto costa il bridge piercing?

Il bridge piercing è uno dei piercing più semplici da eseguire: per questo motivo è uno dei meno costosi. In genere, un professionista chiede circa 50 euro che possono aumentare a seconda della qualità e del costo del gioiello che si va a impiantare. Come per l’esecuzione di un qualsiasi altro piercing è sempre bene diffidare da professionisti che propongono prezzi stracciati al fine di attirare clienti: nella maggior parte dei casi non offrono garanzie adeguate in merito alla sterilizzazione degli strumenti e alla qualità dei gioielli utilizzati.

Come curare il bridge piercing?

Un fattore da tenere ben presente nel momento in cui si decide di eseguire un bridge piercing è che, come tutti i surface piercing andrà incontro a una cicatrizzazione molto lenta e potenzialmente difficoltosa. Per questo motivo sarà sempre necessario curarlo molto bene nelle settimane appena successive all’esecuzione, per evitare lo sviluppo di infezioni. Sempre a causa dei movimenti del volto e del fatto che il gioiello è perennemente esposto a urti con oggetti esterni è possibile che il gioiello si sfili dai fori e rientri nella pelle. Se dovesse accadere sarà necessario tirarlo fuori molto delicatamente.

Quali orecchini da piercing sono più adatti?

Gli orecchini per piercing più adatti al bridge piercing anche per chi soffre di allergia – sono le aste, dette anche bilancieri. Si tratta del classico gioiello da piercing costituito da una barretta di acciaio chirurgico chiusa tra due piccole sfere o punte. In genere, si sceglie un gioiello senza punte, per una mera questione di sicurezza.

Un’alternativa interessante è l’anello, o il mezzo anello: in quest’ultimo caso la parte dritta di questo gioiello a forma di D viene fatta “sparire” sotto la pelle.

Se si portano gli occhiali sarà bene prestare massima attenzione al punto in cui si esegue il bridge piercing, in maniera che l’ingombro del gioiello non vada a interferire fastidiosamente con la montatura degli occhiali.

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