Animali mutanti e cambiamenti climatici: lo studio australiano

Un recente studio ha dimostrato come gli effetti del cambiamento climatico stiano dando vita al fenomeno dei cosiddetti "animali mutanti"
Gli effetti del riscaldamento globale sono ormai visibili anche nella vita quotidiana: improvvisi cambiamenti atmosferici dalle conseguenze spesso disastrose, temperature poco consone alle normali medie del periodo e altri fenomeni diventati purtroppo parte della routine degli abitanti del Pianeta che non possono che mettere in allarme gli scienziati e venir riportati dai media.
Non solo il clima, le temperature e le condizioni del territorio sono però indice dei mutamenti a cui si sta assistendo: si sono verificate anche delle conseguenze nei corpi stessi di alcuni animali. Un nutrito gruppo di ricercatori ha infatti partecipato a uno studio interessante e rivelatore, condotto nello spazio di anni anni e in molti luoghi del Pianeta.
Secondo tale recente indagine, promossa da un team di scienziati della Deakin University in Australia, nella morfologia di alcune specie animali sono misurabili degli accrescimenti nelle dimensioni di determinate parti del corpo.
Riscaldamento globale e mutazioni animali
Non si tratta di cambiamenti infinitesimali osservabili con difficoltà, ma tutto il contrario: i ricercatori sottolineano che gli animali mutanti di cui si stanno occupando presentano variazioni visibili nelle dimensioni di alcune parti del loro corpo, e questo senza dubbio lega gli animali mutanti al problema del riscaldamento climatico.
A causa dei mutamenti climatici non sono cambiate solo le abitudini legate all’alimentazione degli animali e agli itinerari migratori, oltre a diversi comportamenti che sono variati per affrontare le diverse conseguenze del riscaldamento globale: con lo studio della ricercatrice Sara Ryding e del suo team, pubblicato sulla rivista scientifica “Trends in Ecology & Evolution” si è dimostrato che alcune specie presentano variazioni misurabili in alcune parti del loro corpo.
Lo studio australiano riguarda le mutazioni di alcuni animali a sangue caldo presenti in varie zone del mondo, dalla stessa Australia all’Asia, dall’America del Nord e del Sud all’Africa.
Alcuni degli animali mutanti a causa del clima sono stati studiati e portati come esempio nell’articolo. Si tratta di alcune specie di pappagalli australiani la cui dimensione del becco è aumentata rispetto a centocinquanta anni fa. Lo stesso è stato verificato anche in altri volatili come i cacatua gang gang, gli Sturnus Vulgaris e i juncos dagli occhi scuri.
Non solo di pennuti si parla, parlando di animali mutanti come effetto dei cambiamenti climatici: anche un mammifero come il toporagno (Sorex Cinereus) ha subìto un allungamento di coda e zampe, così come in alcuni conigli selvatici si è verificato un allungamento delle orecchie.
Infine, nei pipistrelli le ali sono cresciute di oltre l’1%: come si nota, tutte variazione alle estremità dei corpi degli animali (becchi, zampe, code, ali) che stanno mutando per poter sopportare l’innalzamento delle temperature medie del Pianeta.
Grazie a queste parti dei loro corpi, infatti, riescono a rilasciare il calore per riequilibrare la propria temperatura interna ed evitare un surriscaldamento che li condurrebbe alla morte. Un effetto dell’evoluzione strettamente legata ai mutamenti climatici che si è verificato, dicono gli studiosi che hanno condotto l’importantissima ricerca, in un lasso di tempo relativamente breve. In alcune specie, addirittura, le mutazioni sono avvenute nel tempo di una sola generazione.
Una riprova di quanto gli animali siano formidabili nell’adattare la propria morfologia all’ambiente circostante per garantire alla propria specie la sopravvivenza.